Idi di Marzo di Valerio Massimo Manfredi - Alice Macchia

“Idi di Marzo” è un romanzo di Massimo Manfredi incentrato sull'assassinio del più grande comandante romano Giulio Cesare avvenuto nel 44 A.c.
L'opera narrativa si focalizza sui giorni precedenti all'assassinio, sui vari tentativi di portare  a Cesare il messaggio “L'Aquila è in pericolo” per avvertirlo del suo possibile omicidio e  sui personaggi che stanno pianificando l'evento. In tutto ciò gli usi e i costumi di quell'epoca non sono distorti dalla narrativa, ma accentuati in modo tale che il lettore si immedesimi completamente nella lettura e possa capire anche il modo di vivere di un romano a quei tempi. Pure la maggior parte dei personaggi sono storici, tra questi: Cesare, Publio Sestio, Marco Antonio e Cicerone. Poi per aumentare la capacità narrativa del romanzo si sono aggiunti dei personaggi inventati tra questi Silio Salvidieno fondamentale nello scritto soprattutto per le sue  profonde riflessioni.

A me personalmente il romanzo è piaciuto molto, bensì non sia un genere molto amato dagli adolescenti. La lettura è molto scorrevole e nel testo non ci sono vocaboli difficili o in disuso, c'è molta suspance tra un capitolo e l'altro che ti invita a continuare a leggerlo per sapere come va a finire. Nello scritto ci sono dialoghi, ma la maggior parte è incentrata sulla descrizione e sulle riflessioni dei vari personaggi. Le descrizioni sono più relative ai luoghi o alla spiegazione degli usi e dei costumi di quel tempo. Il romanzo ti fa calare nei vari soggetti grazie all'enorme capacità di trasmetterti l'emozioni e gli stati d'animo di ognuno.
La parte che mi è mi ha affascinato di più sono state le riflessioni, in particolare quelle di Silio Salvidieno, perché fanno sempre il quadro generale della situazione e ti fanno vedere le varie situazioni in cui si troverebbero se avessero agito in altro modo e quindi ti fanno osservare come avrebbero potuto salvare Cesare dall'assassinio.
Un'altra parte è stata quella relativa alla trasmissione del messaggio da parte di Publio Sestio, detto il Bastone, perché ti fa vedere l'ottima organizzazione delle strade romane a quell'epoca e ti fa capire i vari metodi di trasporto della notizia. Infatti nel romanzo si può vedere che lo trasportano a voce o grazie l'utilizzo dei fuochi, per di più si può osservare il modo con cui il testo viene diramato a vari messaggeri per far sì che raggiunga il prima possibile Roma.
Quindi, per me, il testo racconta della vicenda dell'assassinio di Cesare, ma larga parte è dedicata alla descrizione del modo di vivere di quel tempo.
Alice Macchia

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