La felicità è una cosa semplice di Lorenza Gentile - Matteo Castellani
AUTORE: Lorenza Gentile è nata a Milano nel 1998. È laureata in Arti dello spettacolo alla Goldsmiths University di Londra e ha frequentato la Scuola internazionale di Teatro Jaques Lecoq di Parigi. Ha pubblicato il suo primo libro, Teo, nel 2014 e poi ha pubblicato proprio "La Felicità è una storia semplice" nel 2017.
TRAMA: Il libro ha come protagonista Vito Baiocchi, un uomo di mezza età, che vive a Londra, è infelice, non ha una fidanzata, ha appena perso il lavoro e oltretutto non ha un soldo. Decide, quindi, di suicidarsi: prepara tutto alla perfezione per il gran momento: prepara l’atmosfera, si veste bene, pensa, addirittura, di chiamare una domestica per l’indomani che lo scoprirà morto. È tutto perfetto fino a quando, con il cappio al collo, non sente squillare il telefono. Era sua nonna che lo chiamava e aveva bisogno di lui per tornare a Gibellina, la città natale di nonna Elvira. A questo punto Baiocchi accetta e parte per un viaggio che doveva durare solo qualche giorno (ma per colpa della testardaggine della nonna si prolungherà tanto da far perdere la testa a Baiocchi, con il susseguirsi di una serie di sfortunati eventi e occasioni lavorative che sono sempre ostacolate dal viaggio con nonna Elvira) e che doveva riportare la nonna alla città natale. Durante il viaggio Baiocchi rincontra vecchi amici e compagni di scuola, e rincontrandoli riuscirà a placare i rimpianti e i rimorsi del passato riuscendo alla fine a comprendere la felicità.
GIUDIZIO: Quello che mi è particolarmente piaciuto di questo libro è il susseguirsi e l’alternarsi di situazioni tragicomiche a momenti tristi quasi deprimenti, nei quali la nonna si scopre del suo passato e dei suoi ripianti passati con il nipote il quale grazie ai suoi insegnamenti riesce a capire il vero senso della felicità.
TRAMA: Il libro ha come protagonista Vito Baiocchi, un uomo di mezza età, che vive a Londra, è infelice, non ha una fidanzata, ha appena perso il lavoro e oltretutto non ha un soldo. Decide, quindi, di suicidarsi: prepara tutto alla perfezione per il gran momento: prepara l’atmosfera, si veste bene, pensa, addirittura, di chiamare una domestica per l’indomani che lo scoprirà morto. È tutto perfetto fino a quando, con il cappio al collo, non sente squillare il telefono. Era sua nonna che lo chiamava e aveva bisogno di lui per tornare a Gibellina, la città natale di nonna Elvira. A questo punto Baiocchi accetta e parte per un viaggio che doveva durare solo qualche giorno (ma per colpa della testardaggine della nonna si prolungherà tanto da far perdere la testa a Baiocchi, con il susseguirsi di una serie di sfortunati eventi e occasioni lavorative che sono sempre ostacolate dal viaggio con nonna Elvira) e che doveva riportare la nonna alla città natale. Durante il viaggio Baiocchi rincontra vecchi amici e compagni di scuola, e rincontrandoli riuscirà a placare i rimpianti e i rimorsi del passato riuscendo alla fine a comprendere la felicità.
GIUDIZIO: Quello che mi è particolarmente piaciuto di questo libro è il susseguirsi e l’alternarsi di situazioni tragicomiche a momenti tristi quasi deprimenti, nei quali la nonna si scopre del suo passato e dei suoi ripianti passati con il nipote il quale grazie ai suoi insegnamenti riesce a capire il vero senso della felicità.
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