Giorgio Perlasca - di Anastasia Osaulenko 2A

Giorgio Perlasca è un eroe italiano che salvò la vita di oltre cinquemila ebrei ungheresi durante la Seconda Guerra Mondiale senza chiedere niente in cambio. Era una persona con un cuore d’oro e altruista. Partiamo però dall’inizio.
 Giorgio Perlasca nasce a Como il 31 gennaio 1910. Da giovane aderì al Partito Nazionale Fascista e partí come volontario prima per l’Africa Orientale e poi per la Spagna, dove combatté in un reggimento di artiglieria al fianco del generale Franco. Tornato in Italia entra in crisi il suo rapporto con il fascismo e smette di essere fascista. Scoppiata la seconda guerra mondiale, viene mandato come commerciante nei paesi dell’Est per comprare carne per l’Esercito italiano. Fermandosi a Budapest è costretto a fuggire e a nascondersi per le condizioni politiche e allora si ricorda della sua lettera datagli dal generale Franco, cosí trova rifugio presso l’Ambasciata spagnola e inizia a collaborare con Sanz Briz, l'Ambasciatore spagnolo che stava già rilasciando salvacondotti per proteggere i cittadini ungheresi di religione ebraica. D’improvviso Sanz Briz è stato costretto a lasciare Budapest e a spostare la sua residenza a Sopron per non riconoscere il governo filo nazista. Giorgio però non era d’accordo  di mandare gli ebrei che tutto questo tempo proteggevano nelle mani dei nazisti, allora decide di fingersi il Console spagnolo e di continuare a diffendere gli ebrei nelle case protette. Per proteggere gli ebrei usa la legge Rivera che riconosce la cittadinanza spagnola a tutti gli ebrei di ascendenza sefardita, ovvero di antica origine spagnola dei sparsi nel mondo. Dopo l’entrata a Budapest dell’Armata Rossa, Giorgio Perlasca viene fatto prigioniero ma dopo viene liberato e rientra finalmente in Italia.
 Dopo la sua valorosa avventura conduce una vita di un uomo semplice e non racconta a nessuno, nemmeno alla famiglia, la sua storia di coraggio e altruismo. Dopo tanti anni però viene rintracciato da alcune donne ebree ungheresi che durante la Seconda Guerra Mondiale le aveva salvate, da quel momento la storia di Giorgio Perlasca  viene raccontata sui giornali, nella televisione e nei tanti altri fonti. Perlasca ricevette per la sua opera numerose medaglie e riconoscimenti. È stato riconosciuto da Israele il Giusto tra le Nazioni. Al museo Yad Vashem di Gerusalemme, è stato piantato un albero a lui intitolato. Una cosa che mi ha colpito molto profondamente è quando in Israele gli è stata dedicata una foresta, in cui sono stati piantati 10.000 alberi a simboleggiare le vite degli ebrei da lui salvati in Ungheria. Giorgio Perlasca è morto il 15 agosto del 1992 per un attacco di cuore ed è sepolto nel cimitero di Maserà.
Ho scelto come tema Giorgio Perlasca perchè durante l’anno scolastico la sua storia mi ha colpito profondamente e fu uno dei pochi che ha fatto di tutto non per sè stesso ma per altri, salvando le vite di altre persone. Mi hanno colpito le sue parole: “Io credo di aver fatto qualcosa di normale perché penso che nella mia situazione chiunque avrebbe fatto la stessa cosa. Non posso immaginare che ci sarebbe stata una persona, al mio posto, che avrebbe rifiutato di farlo”, “Vorrei che i giovani si interessassero a questa mia storia unicamente per pensare, oltre a quello che è successo, a quello che potrebbe succedere e sapere opporsi, eventualmente, a violenze del genere” e “Ma lei, avendo la possibilità di fare qualcosa, cosa avrebbe fatto, vedendo uomini, donne e bambini massacrati senza un motivo se non l'odio e la violenza?”
Giorgio Perlasca  l’uomo di cui l’Italia deve essere fiera.

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