Bianca come il latte rossa come il sangue di Alessandro D’Avenia - Alessandro Ranica

Alessandro D’Avenia nasce a Palermo il 2 Maggio del 1977. Nel 1990, si iscrive al liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo e una volta diplomatosi, nel 1995 si trasferire a Roma dove frequenta la facoltà di lettere classiche presso l’Università La Sapienza. Dopo essersi laureato, nel 2004 consegue il dottorato di ricerca in letteratura greca.
In seguito diventa insegnante di greco e latino, contemporaneamente inizia la sua carriera come scrittore, cominciando con il libro ”Bianca come il latte rossa come il sangue” nel 2010, che in breve tempo diventa un best-seller e viene pubblicato in venti paesi stranieri.
Il protagonista è Leo, un sedicenne come tanti. Ama stare con gli amici, andare in motorino, ascoltare musica, giocare a calcio e considera la scuola un inferno.
Un giorno nella sua scuola arriva un giovane supplente di storia e filosofia diverso dagli altri professori.
A Leo basta poco per capire che è lì per spronarli e per condurli a realizzare i loro sogni. Leo è così influenzato da questa nuova figura che lo soprannomina “il Sognatore”, e grazie a lui capisce quale è il suo sogno. Il suo sogno è color rosso come i capelli di Beatrice e come l’amore che prova per lei. Purtroppo lei non lo sa ancora che per lui è tutto ciò che conta.
Quando Leo viene a sapere che Beatrice è malata di leucemia, le confessa ciò che prova e tenta in tutti i modi si salvarla con il suo amore, a tal punto da isolarsi dai suoi migliori amici, Niko e Silvia. Quando Beatrice muore, si ritrova così a lottare da solo tra quel colore rosso e quel bianco insignificante di cui lui ha tanta paura perché per lui rappresenta solitudine e silenzio.
Inizia così per Leo un viaggio difficile, che lo porterà a crescere e a maturare.
Ogni personaggio è essenziale, ha un suo carattere: Silvia, pronta ad aiutare Leo, Niko, il suo migliore amico, la sua squadra di calcio, Beatrice ,così dolce, così matura e pronta a combattere pur di vivere e infine il Sognatore.
Quest’ultimo è, tra i vari personaggi, quello che più ho apprezzato. Fa un lavoro che ama e sfrutta ogni minuto che ha a disposizione per trasmettere qualcosa ai ragazzi, nonostante sa che il suo lavoro in quella classe durerà poco.
Un’altra cosa che mi è piaciuta è che questo libro non si ferma nel momento in cui Beatrice muore ma va avanti, come la vita. Perché nella vita non si dovrebbe sprecare neppure un istante. Anche quando soffriamo per una perdita dobbiamo continuare a vivere.

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