Alessio Tavecchio - di Giada Garofoli
Un giorno, un uomo in sedia a rotelle ci ha fatto visita a scuola. Mi aspettavo già la solita romanzina della sua vita, ed infatti era quello che stava per fare. Pian piano che lo sentivo parlare però, mi incuriosiva di più, è vero, stava raccontando la storia del sua vita, ma in maniera unica. Aveva una capacità nel parlare che lo contraddistingueva dalle altre persone che erano venute a trovarci. Riusciva a mettere sul ridere un avvenimento che lo aveva condannato a vita alla sedia a rotelle, cercando di farci capire quando la vita fosse preziosa. Questo lui lo aveva capito solo dopo l’incidente, il suo modo di guardare il mondo cambiò. Prima dell’incidente era un ragazzo infelice, mai soddisfatto, la sua vita era senza senso, senza significato. Ma dopo l’incidente sembrava un’altra persona, sempre sorridente alla vita nonostante tutti i problemi che aveva. Questa sua esperienza lo cambiò completamente, tanto da riscoprire il vero significato che ha vivere. Voleva che noi, senza l’incidente, capissimo il valore del dono che ci era stato dato tra le mani.
Ha spiegato in breve i passi più salienti della sua vita, mettendo in evidenza soprattutto quelli dopo l’incidente.
Era un ragazzo come tanti altri, finché una domenica mattina non si ritrovò scaraventato a terra, dalla sua tanto amata moto. L’incidente fu qualcosa di terribile che non dimenticherà mai, ma fu anche motivo di cambiamento e di svolta alla sua giovane vita. Tante ne ha dovute passare: il coma, le operazioni e la riabilitazione, ma superò tutto a testa alta e si può dire che adesso anche se ancora in sedia a rotelle, è felice come mai lo era stato prima. Tante furono le persone che lo aiutarono e gli stettero accanto nel suo percorso verso la guarigione.
Il suo racconto ci ha trasmesso talmente tanto a tutti noi, che abbiamo proposto al nostro professore di leggere il suo libro. Fu così che ognuno di noi ha avuto una copia, con una dedica diversa per ciascuno, scritta da lui. La mia era: “Giada credi in te stessa”, penso che frase più azzeccata non poteva trovarla, ho lavorato tanto in questo ultimo periodo per essere sicura di me e devo dire di essere migliorata molto. Sono sempre stata una ragazza timida e anche molto indecisa, sempre insicura di me stessa e delle mie azioni, ma col tempo sono migliorata.
Il titolo del suo libro è “Il ragazzo che nacque due volte”, perché, come già ho spiegato, questa esperienza è stata per lui una vera e propria rinascita, che gli ha permesso di riscoprirsi: di tirare fuori da quell’adolescente con la faccia sempre imbronciata, un grande sorriso che ora terrà per tutta la vita.
Ho letto il libro, dove viene scritta più dettagliatamente la sua storia. Ne ha davvero passate tante, quello stupido giro in moto fatto con troppi pensieri per la testa lo ha portato ad una decisione importantissima. Nel suo libro, racconta infatti, che durante il coma gli viene chiesto se volesse rimanere lì o tornare, anche se la strada per il ritorno sarebbe stata lunga e faticosa. Lui scelse di tornare, scelse di vivere, superando ogni tipo di ostacolo che gli si sarebbe posto davanti.
Questo libro, o meglio questa sua storia, mi ha fatto davvero riflettere sull’importanza che ha ogni singolo gesto sulla nostra vita e soprattutto sull’importanza che ha la vita.
Quest’uomo si chiama Alessio, Alessio Tavecchio, un uomo forte che dopo quarant’anni non ha ancora perso la speranza e che sorride alla vita aspettando la sua guarigione, o meglio la sua guarigione fisica, perché quella spirituale già l’ha avuta. L’incidente gli ha procurato problemi fisici, ma ha guarito quelli interiori; sarà pure condannato a rimanere seduto per tutta la vita, ma ha finalmente scoperto cosa significa vivere.
Alessio ora è sposato e ha dei figli, a cui ha insegnato tutto questo. Inoltre ha creato una fondazione a favore della disabilità, per dare la possibilità a quelli come lui di raggiungere la loro guarigione.
Ha spiegato in breve i passi più salienti della sua vita, mettendo in evidenza soprattutto quelli dopo l’incidente.
Era un ragazzo come tanti altri, finché una domenica mattina non si ritrovò scaraventato a terra, dalla sua tanto amata moto. L’incidente fu qualcosa di terribile che non dimenticherà mai, ma fu anche motivo di cambiamento e di svolta alla sua giovane vita. Tante ne ha dovute passare: il coma, le operazioni e la riabilitazione, ma superò tutto a testa alta e si può dire che adesso anche se ancora in sedia a rotelle, è felice come mai lo era stato prima. Tante furono le persone che lo aiutarono e gli stettero accanto nel suo percorso verso la guarigione.
Il suo racconto ci ha trasmesso talmente tanto a tutti noi, che abbiamo proposto al nostro professore di leggere il suo libro. Fu così che ognuno di noi ha avuto una copia, con una dedica diversa per ciascuno, scritta da lui. La mia era: “Giada credi in te stessa”, penso che frase più azzeccata non poteva trovarla, ho lavorato tanto in questo ultimo periodo per essere sicura di me e devo dire di essere migliorata molto. Sono sempre stata una ragazza timida e anche molto indecisa, sempre insicura di me stessa e delle mie azioni, ma col tempo sono migliorata.
Il titolo del suo libro è “Il ragazzo che nacque due volte”, perché, come già ho spiegato, questa esperienza è stata per lui una vera e propria rinascita, che gli ha permesso di riscoprirsi: di tirare fuori da quell’adolescente con la faccia sempre imbronciata, un grande sorriso che ora terrà per tutta la vita.
Ho letto il libro, dove viene scritta più dettagliatamente la sua storia. Ne ha davvero passate tante, quello stupido giro in moto fatto con troppi pensieri per la testa lo ha portato ad una decisione importantissima. Nel suo libro, racconta infatti, che durante il coma gli viene chiesto se volesse rimanere lì o tornare, anche se la strada per il ritorno sarebbe stata lunga e faticosa. Lui scelse di tornare, scelse di vivere, superando ogni tipo di ostacolo che gli si sarebbe posto davanti.
Questo libro, o meglio questa sua storia, mi ha fatto davvero riflettere sull’importanza che ha ogni singolo gesto sulla nostra vita e soprattutto sull’importanza che ha la vita.
Quest’uomo si chiama Alessio, Alessio Tavecchio, un uomo forte che dopo quarant’anni non ha ancora perso la speranza e che sorride alla vita aspettando la sua guarigione, o meglio la sua guarigione fisica, perché quella spirituale già l’ha avuta. L’incidente gli ha procurato problemi fisici, ma ha guarito quelli interiori; sarà pure condannato a rimanere seduto per tutta la vita, ma ha finalmente scoperto cosa significa vivere.
Alessio ora è sposato e ha dei figli, a cui ha insegnato tutto questo. Inoltre ha creato una fondazione a favore della disabilità, per dare la possibilità a quelli come lui di raggiungere la loro guarigione.
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